Il contesto sociale

La violenza contro le donne, inserita nel 1993 dall’ONU tra le violazioni dei diritti umani1 è un fenomeno multiforme la cui maggiore incidenza riguarda le violenze (fisiche, economiche, psicologiche, sessuali) che si concretizzano nelle relazioni di intimità e nell’ambito dei rapporti familiari e coinvolge donne italiane e straniere di ogni estrazione sociale e di ogni livello culturale provocando danni fisici e psicologici, gravi conseguenze sulla salute e sul benessere, isolamento sociale e depauperamento delle risorse individuali, comportando alti costi socioeconomici non solo alle donne e a bambini/e, ma anche alle comunità in cui vivono.

L’Italia ha ratificato il 28 maggio 2013 la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (2011) divenuta esecutiva anche nel nostro paese dal 01 agosto 2014. Si tratta del "primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza”. Essa caratterizza la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione (Art. 3 lett. a) e prevede che i paesi dovrebbero esercitare la dovuta diligenza nel prevenire la violenza, proteggere le vittime e perseguire i colpevoli (art. 5).

Nel 2011 viene adottato il primo “Piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking”, mentre il Governo italiano sta validando il “Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere” ora incardinato nella L. 119/2013 per il triennio 2014/2017, che prevede tra i suoi obiettivi anche il rafforzamento dei centri antiviolenza.

In questa cornice si individua come prioritario assicurare alle donne vittime di violenza la tutela del diritto al sostegno alla protezione, all’assistenza e all’integrazione sociale, per costruire il loro percorso di “vita” alternativo alla condizione di violenza subita. La Sicilia nell’ambito della sua autonomia, ha approvato la L.R. 3/2012 “Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere” e nel 2015 gli standard per centri e case con il D.P. 96/2015.

L’Istat, nella sua indagine La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia (ISTAT - Anno 2014), stima che in Sicilia
- il 23,9% delle donne da 16 a 70 anni abbia subito una violenza fisica o sessuale nel corso della vita, di cui il 11,9% da parte di un partner (5,4% attuale) e il 17,5% da ex-partner
- il 8,7% abbia subito una violenza fisica o sessuale negli ultimi 5 anni, di cui il 4,6% da parte di un partner (2,2% attuale) e il 6,6% da ex-partner
- il 3,8% abbia subito una violenza fisica o sessuale negli ultimi 12 mesi, di cui 2,7% da partner o ex partner

Distretto socio sanitario n. 55

L’Associazione Le Pleiadi è stata inserita nel Piano di Zona del Distretto Socio Sanitario n° 55 per il sistema integrato di interventi e servizi sociali Legge 328/2000 (SEZIONE VII - AREA FAMIGLIA, MINORI E GIOVANI, 7.3 Analisi ragionata della domanda e dell’offerta sociale, come da estratto allegato alla delibera di giunta del comune di Alcamo n. 57 del 17.03.2017)
Il Distretto socio-sanitario n. 55 ha una estensione territoriale di 405 Kmq ed una popolazione pari a 67.261 e comprende i Comuni di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi Segesta (distanti una decina di Km. tra loro, raggiungibili e sufficientemente serviti con idonei mezzi pubblici e privati).

Dall’analisi demografica del Distretto Socio Sanitario n.55 si rileva la presenza nella popolazione di una componente femminile nel 2012 è di 34.582 unità, pari al 51,41% della popolazione totale.
L’incidenza della popolazione extracomunitaria sulla popolazione residente nel Distretto S.S. n. 45 è del 3 % (Rumeni, Albanesi, Polacchi)
In Sicilia i dati ci dicono che un nucleo familiare su tre ha il problema ad arrivare alla fine del mese e vive sotto la soglia di povertà. In particolare, da quanto emerge dai dati Istat, nel Distretto Socio Sanitario n. 55 si ha una incidenza della povertà pari al 16,39 per cento, numeri che superano di gran lunga la media nazionale che si attesta all’11,1 per cento. Nel Distretto, i poveri sono soprattutto disoccupati adulti, nuclei familiari numerosi e anziani, perché non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro, perché non arrivano a guadagnare abbastanza a fine mese.

I dati statistici e relativi al contesto territoriale e ai fabbisogni della popolazione sono parte integrante della relazione sociale elaborata dall’ Ufficio Di Servizio Sociale Comunale in riferimento alla programmazione del piano di zona 2013/15 – Distretto n. 55. Da questi dati emerge un allarmante aumento di situazioni di violenza intrafamiliare verso le donne e i minori. Si tratta di casi di violenza domestica verso le donne e di violenza assistita per i minori, segnalati alla Procura per le relative indagini e l’attuazione di eventuali misure di protezione.

Dall’osservazione effettuata dai servizi territoriali si evince una seria difficoltà da parte delle donne a denunziare violenze e abusi subiti per anni, con tutte le conseguenze che al letteratura in argomento rappresenta, tranne nel caso in cui le violenze siano subite direttamente anche da figli/e. Tale condizione evidenzia l’isolamento di queste donne e la loro para a chiedere aiuto, assoggettate da compagni / mariti / padri che esercitano il loro potere in una prospettiva ancora patriarcale

Nessun commento:

Posta un commento